L’Ordine della Madonna Nera indaga – I Roghi di Mirandola – Lupercalia

Di seguito, gli appunti di Padre Primo, ultimo del suo Ordine.
Raccoglie i fatti riguardanti i roghi di Mirandola (nel modenese) avvenuti tra il 1522 e il 1523, quando l’Ordine della Madonna Nera si trovò a lavorare per conto di Dio al fianco della Sacra Inquisizione e vide all’opera il male di questo mondo e dell’altro.
Questi fatti sono inerenti al Male del Lupo che verrà raccolto nel taccuino sotto il tag di “Lupercalia“.

Mirandola, 1467 – 1499

La città di Mirandola viene governata fin dal Trecento dalla dinastia dei Pico, i Conti della Concordia. In questi anni, vede regnare Galeotto I, fratello maggiore del più famoso Giovanni Pico della Mirandola (conosciuto per essere tra i più decisivi filosofi dell’epoca, caratterizzato dalla grande curiosità e apertura mentale).
Galeotto I muore il 7 aprile del 1499, serenamente scomunicato da Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia).
A comandare rimangono i suoi tre figli: Gian Francesco, Ludovico e Federico.

Mirandola, 1499 – 1509

Giovan Francesco II, figlio di Galeotto I. Autore ignoto.

Giovan Francesco II, figlio di Galeotto I. Autore ignoto.

Gian Francesco II è un nome importante in questa storia e lo sentiremo spesso. Per il momento, però, esce di scena abbastanza in fretta.
Lo si vede governare a Mirandola, infatti, dalla morte del padre, nel 1499 fino al 1502.
Viene infatti cacciato dai fratelli minori e si rifugia a Roma.
Dal 1502 al 1504 comandano insieme sul feudo entrambi i fratelli Ludovico e Federico. Questa loro comunione del seggio regale, tuttavia, non è destinata a regnare a lungo.
Nel 1504, infatti, Ludovico avvelena Federico. Secondo le cronache del tempo lo fa versando un bicchiere di veleno nel piatto di prosciutto e melone destinato al fratello.
Non pago del sangue versato, tenta di assassinare anche l’ultimo parente rimasto, il fratello Gian Francesco. Invia a Roma tre sicari, ma il tentativo di omicidio fallisce.
In ogni caso, Ludovico regna su Mirandola fino al 1509, insieme alla moglie. Si tratta della Contessa Francesca Trivulzio, originaria di Milano e congiunta del politico e condottiero Gian Giacomo Trivulzio, in questi anni impegnato nel nord Italia e oltralpe a guidare l’esercito sforzesco per gli alleati francesi contro gli Asburgo.

Le voci su Francesca Trivulzio che giungono dai documenti dell’epoca, la dipingono come una donna forte e volitiva, capace di governare da sola e di ostacolare i massimi esponenti della politica di quegli anni. La vedremo successivamente impegnata in una guerra per il mantenimento del potere sul feudo al fine di tramandare il titolo al figlio suo e di Ludovico, il giovane Galeotto.
Secondo altre fonti (documenti dispersi; altri che sono stati volutamente portati alla distruzione e di cui ci sono pervenuti solo frammenti, ottenuti grazie al secolare lavoro di ricerca dell’Ordine), su di lei si tratteggiano ombre inquietanti: chi dice fosse una strega, chi fosse affetta dal Male del Lupo, si concorda sul fatto che fosse in odore di dannazione già dalla tenera età. Ma porteremo più avanti altre osservazioni a questo proposito.

Francesca Trivulzio, moglie di Ludovico

Francesca Trivulzio, moglie di Ludovico

Ludovico lascerà a governare la moglie quando andrà a combattere contro i veneziani. Nella battaglia perderà la vita, nel 1509. La Contessa Francesca Trivulzio erediterà il feudo insieme al figlio Galeotto.

Anche in questo caso l’Ordine ha recuperato documenti che hanno subito una damnatio memoriae fin dal sedicesimo secolo. Se i documenti storici accertati ci confermano la morte di Ludovico nel 1509, un omonimo compare in frammenti a fatica recuperati.
Un Ludovico Trivulzio compare come sposo della Contessa Francesca anche in epoche posteriori alla data di morte e fa pensare che il Conte Ludovico non sia mai realmente morto, nonostante le fonti date per certe, o che ci sia stato in seguito al suo decesso uno scambio di persona in seguito occultato.

Mirandola, 1509 – 1513

A Mirandola resta padrona la Contessa Trivulzio.
Appoggiandosi alle alleanze della propria famiglia d’origine, Francesca si allea con i francesi.
Nei primi anni del Cinquecento, quindi, i francesi si stanziano a Mirandola, i cui quartieri occupati prendono il nome di Francia Corta.
I francesi si comportano da padroni sul suolo della Mirandola, stuprano le donne, rubano e sporcano. Il quartiere francese assume sempre più una fama di depravazione, un lupanare di prostitute, ladri e ladruncoli.
La Contessa accresce la sua fama oscura, prostituta tra le prostitute, lupa tra le lupe. Al suo fianco, Ludovico Trivulzio guida il suo esercito, insieme al di lei fratello Alessandro Trivulzio e al condottiero Andrea Birago.
“Quelli di Franciacorta” si diceva tra i mirandolesi “i gh’l ha cavavan parfin a rubar al gallini ai zigagn”.

Intanto a Roma diventava pontefice Giulio della Rovere, con il nome di Giulio II (pontificato dal 1503 al 1513). Ha in forte antipatia l’occupazione dei francesi e si schiera pertanto anche contro i mirandolesi che li ospitano, sebbene l’alleanza dei Trivulzio perduri da gran tempo.
Papa Giulio II crea la “Lega di Cambrai” con la quale marcia contro i veneziani nella battaglia del 1509, in cui Ludovico Trivulzio, secondo le fonti ufficiali, perderà la vita.
Prepara in seguito un esercito per attaccare Ferrara, preda dei francesi, e marcerà con l’ormai famosa frase: “Ferrara, corpo di Dio, ti avrò.”

È il 19 dicembre del 1510 quando le truppe romane del Papa, comandate da Francesco Maria della Rovere (nipote del Pontefice e Duca di Urbino) arriva sul territorio emiliano romagnolo insieme ai veneziani. La battaglia è cruenta, i danni alle città sono inestimabili.
Comincia il 20 dicembre quello che i mirandolesi ricordano come l’Assedio di Natale.
Mirandola non cade, difesa da Ludovico e Francesca Trivulzio. Sgomento da tale resistenza, Giulio II depone il nipote e giunge personalmente da Roma a condurre l’assedio.
Nel 1511, dopo un mese di assedio, Mirandola cede le armi.
I Trivulzio vengono deposti e il feudo è costretto a pagare agli assedianti ben 60 libbre d’oro.
Francesca continuerà la sua guerra per il feudo di Mirandola.

Mirandola, 1511 – 1533

Diventa padrone Gian Francesco, figlio di Galeotto I, che avevamo lasciato con l’ascesa al potere di Ludovico. Si riappropria del seggio di Mirandola con il nome di Gian Francesco II e regna nel rispetto del papato e della religione cattolica da fedele fervente fino al 1533. Anno in cui verrà ucciso da un gruppo di sicari, prezzolati da Galeotto, figlio di Ludovico e Francesca Trivulzio. Gli assassini si introducono nottetempo nella camera di Gian Francesco, trovandolo intento a pregare davanti al crocifisso. Insieme a lui uccideranno uno dei suoi figli e un consistente numero di servitori.

Nel 1513 viene eletto Papa Leone X (pontificato dal 1513 al 1521), un uomo duro e pronto al compromesso politico. Nel 1516 subisce un tentativo di avvelenamento, ma sopravvive; si allea con gli Asburgo vendendo loro indulgenze plenarie e ottenendo così un saldo rapporto politico. Alle indulgenze si oppone Lutero che nel 1517 emana i 95 enunciati.
Leone X si oppone a Lutero, scomunicandolo nel 1521. Inasprisce le pene contro gli eretici in generale, situazione che peggiorerà con Adriano VI, suo successore.
Nello stesso anno della condanna a Lutero, Leone X trova la morte: si sospetta un secondo tentativo di avvelenamento andato a buon fine all’interno della sua stessa cerchia di collaboratori.
Con la morte di Gian Francesco II Pico e gli accordi con Carlo V d’Asburgo, il Papa già dal 1520 abbandona l’alleanza con i francesi e impone le sue scelte su Mirandola.
Nel luglio del 1521, il comandante dell’esercito pontificio Prospero Colonna porta l’ultimatum ad Andrea Birago, luogotenente dei Trivulzio, con il quale il feudo della Concordia viene ceduto a Federico Gonzaga, marchese di Mantova e alleato di Leone X, affinché la mantenesse a nome di Galeotto.

Roghi delle Streghe - il "pogrom" di Mirandola

Roghi delle Streghe – il “pogrom” di Mirandola

Dal 1522 al 1523 ricopre il ruolo di Papa, Adriano IV. Prima di salire al soglio pontificio, nel 1516 venne nominato inquisitore e nel 1518 la sua carica viene elevata a quella di Generale dell’Inqusizione Riunita di Castiglia e Aragona.
Rimane Pontefice nel breve periodo che ancora viene ricordato a Mirandola come il più sanguinoso, durante il quale molte donne persero la vita nei roghi che le voleva condannate come streghe. Si contano almeno dieci roghi nella cittadella e molte più vittime. Il processo, tra i più crudeli sul suolo della penisola italica, viene ricordato per la sua virulenza come il “pogrom della Mirandola” e fu così impressionante da far esclamare ai popolani e allo stesso Ordine che assistevano alle esecuzioni: “non è giusto che codeste creature siano così crudelmente uccise”.

Mirandola, 1533 -1550

Subentra Galeotto II Pico, figlio di Ludovico e Francesca Trivulzio. Nonostante la fama di uomo feroce e sinistro, come la madre, regna per 17 anni senza l’ombra di un colpo di stato e morirà a Parigi nel 1550.