Branco urbano

Dal blog di un vampiro urbano, l’idea di un branco nella metropoli

uno e tris

Il branco è un concetto interessante. L’oracolo Wiki ne dà questa definizione:

Un branco è un gruppo di mammiferi che si riuniscono spontaneamente e operano in modo omogeneo (per esempio nel corso di spostamenti).

Un tot di soggetti che si trovano insieme per necessità, per un obiettivo comune, o a volte solo per un caso. Uno. Due. Tanti.

Sono stato portato a fare un master per conoscere come sono i veri branchi. Cervi, lupi, cinghiali, marmotte. Laszlo ogni tanto mi porta in giro per i suoi luoghi, e mi insegna a vedere, a conoscere come funzionano queste cose. Mi ha fatto esercitare per riconoscere le tracce di un branco, e abbiamo fatto tanto esercizio su come stanare questo o quell’altro tal branco e soprattutto di chi approfittare per avere la cena migliore, o la più facile, a seconda di quel che richiede la situazione. Le dinamiche in un…

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Qoèlet

Dal blog del dottor Leucos, citazioni.

The blog of Dr. M. Leucos

Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Guarda, questa è una novità»?
Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto.
Non resta più ricordo degli antichi, 
ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria 
presso coloro che verranno in seguito.
Io, Qoèlet, sono stato re d’Israele in Gerusalemme. 
Mi sono proposto di ricercare e investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. 
È questa una occupazione penosa che Dio ha imposto agli uomini, perché in essa fatichino. 
Ho visto tutte le cose che si fanno sotto il sole
ed ecco tutto è vanità e un inseguire il vento.

Ciò che è storto non si può raddrizzare
e quel che manca non si può contare.
Pensavo e dicevo…

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Lupercalia GdN Fanart

Dal gioco di narrazione di Lupercalia, due fanart di Silvia Sabatti. Che sono belle da morire.

Lupercalia - Quattro amici a far casino - pergamena

Quattro Amici a far Casino – Silvia Sabatti

Remo (Oliviero Rutilio) nel periodo durante i ludi gladiatori a Roma insieme alla combattente Tara e al fratello Romolo (Ludovico Trivulzio). Insieme a loro il lanista Irtius Naevius (Ivan Cielogrande).

 

Lupercalia - IsabellaFalcucci - pergamena

Come un papà – Di Silvia Sabatti

Tommaso Falcucci, assistente dell’esorcista Don Michele Troma, insieme alla nipotina del sacerdote, Isabella Troma.

Per saperne di più: Lupercalia GdN

Verrà la morte

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

Cesare Pavese
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

occhilup

Scenderemo nel gorgo muti.
Come ascoltare un labbro chiuso,
Come vedere riemergere nello specchio
un viso morto.
Sarà come smettere un vizio.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Per tutti la morte ha uno sguardo.

Serenata delle Fate

Serenata delle fate
in onor di Lodoletta.
Questa notte per le strade,
tutte bianche dalla luna,
passeranno tante fate.

Piano piano, ad una ad una,
si ritrovan tutte qui.

Se ne accorgon solo i grilli…
Crì… crì… crì…

Si metton tutte in fila,
ti fan la serenata,
o bella sorellina
addormentata !

Le fate
non hanno violini :
suonano gigli
e gelsomini.

Stelle tremate !
Bimbi sognate !
Cantan le fate,
cantan le fate !…

Cassiodoro Trivulzio

Serenata dal libretto di Lodoletta, Dramma Lirico in Tre Atti di Giovacchino Forzano

Ramtha, Pompon e Khaled

Appunti sui personaggi per  Dodecapolis.

RAMTHA

Aita

Ramtha

Personaggio originale del collettivo di Luce Nel Nero.
Caratterizzazione a cura di Scilla Bonfiglioli

Ramtha, come sua sorella Pompon, nasce nella città etrusca di Felsina. Ramtha ha tredici anni quando viene sacrificato al dio degli inferi Aita secondo un rito cerimoniale che lo rende una creatura a metà tra i mondi, un tramite del dio Aita stesso.
Da allora sono trascorsi quasi tremila anni, ma il suo compito è ancora quello di essere la porta tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Esercita il suo controllo su tutta la zona dell’antica Dodecapoli insieme a Pompon. Nelle campagne, di notte, può essere visto nella sua forma di lupo bianco, mentre spinge gli spiriti defunti verso l’oltretomba e cerca sangue caldo per nutrirsi.


POMPON

Pompon

Pompon

Personaggio originale del collettivo di Luce Nel Nero.
Caratterizzazione a cura di Scilla Bonfiglioli e Maria Chiara Tamani

Pompon, come suo fratello Ramtha, nasce nella città etrusca di Felsina.  Come lui, Pompon ha tredici anni quando muore e rinasce come Phersipnai, dea etrusca della primavera e del cambiamento, regina del regno degli inferi.
Da allora sono trascorsi quasi tremila anni, ma il suo compito è ancora quello di essere il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Esercita il suo controllo su tutta la zona dell’antica Dodecapoli insieme a Ramtha. Talvolta prende la forma di un rapace notturno, bianco come la luna, e vola con il suo seguito di lasa, ninfe e spiriti del mondo dei morti.


KHALED IBN AMHED

Khaled

Personaggio originale di Clarisse Poloni.
Per gentile concessione appare su Luce Nel Nero nel biblos 1:      L’Uomo Nero.
Per seguire la storia: biblos 1 – L’Uomo Nero

Tabula Umbrae

Tabula Umbrae

Tabula Umbrae

La Tabula Umbrae è un documento di estrema importanza che è rimasto custodito per secoli tra le opere e le reliquie dall’Ordine della Madonna Nera.
Tabula Umbrae. La Tavole delle Ombre.
Questo il nome attribuito dal redattore del documento, stilato in un libercolo rilegato per mano dello stesso autore. Contenente informazioni di basilare importanza per lo svolgimento del nostro uffizio nel nome del Signore, raccoglie informazioni recuperate con fatica e pericolo a proposito di tutte le creature che calpestano questa terra, tutte al di fuori della grazia divina.
Ogni bestia demoniaca, che siano mutaforma (versis pellis) o bevitori di sangue; che si tratti di spiriti della terra o dell’aria, di demoni o sospiri di corpi morti che ancora non varcano la soglia dell’oltretomba, tutto è vergato sulle pagine di pergamena consacrata.

Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1493 – Salisburgo, 24 settembre 1541) è stato un medico, alchimista e astrologo svizzero.

Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1493 – Salisburgo, 24 settembre 1541) è stato un medico, alchimista e astrologo svizzero.

I sigilli di protezione suggellano ogni pagina così come i pentagrammi scolpiti sul legno, sotto la coperta di pelle di lupo che la riveste, proteggono dagli influssi del demonio le antiche pagine.
Il volume ci racconta di come le creature dell’ombra sono nate, di cosa le mantiene a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, di come si nascondono alla luce del Signore per vivere nel buio.
Soprattutto, però, ci dice come consegnarle per sempre all’oblio.
Accanto alle preziose informazioni, reca sigilli e formule, ricavate da tutte le branche magiche d’Europa e raccolte con perizia. Ci illustra i pentagrammi che, nel nome di Dio, vanno attivati secondo l’ordine preciso stabilito.

Lo studio fu opera di Paracelsus che lo ultimò a pochi giorni dalla morte, nel 1541, e lo consegnò al capo del nostro Ordine. Venne custodito da allora nel vano dietro l’icona della Madonna Odigitria, dietro l’altare del nostro santuario a Bologna. Fino a oggi.
La Tabula Umbrae è stata rubata, l’altare divelto.
Non sappiamo quali mani siano chiuse attorno all’opera, ma chiunque la userà al di fuori del nome di Dio potrebbe distruggere più di quanto creda.
Per attivare i sigilli e agire sulle Ombre, sono necessarie grandi fonti di energia, che il testo ci tiene occulte. Questo il motivo per cui nessuno del mio Ordine ha potuto utilizzarli fin ora.
Ma se le fonti fossero state trovate, chi – adesso – si arroga di sostituirsi alla mano divina? Quali artigli afferrano la Tabula in questi giorni cupi?

(Appunti dal Taccuino di Padre Primo – Bologna, febbraio 2014)

L’Ordine della Madonna Nera indaga – I Roghi di Mirandola – Lupercalia

Di seguito, gli appunti di Padre Primo, ultimo del suo Ordine.
Raccoglie i fatti riguardanti i roghi di Mirandola (nel modenese) avvenuti tra il 1522 e il 1523, quando l’Ordine della Madonna Nera si trovò a lavorare per conto di Dio al fianco della Sacra Inquisizione e vide all’opera il male di questo mondo e dell’altro.
Questi fatti sono inerenti al Male del Lupo che verrà raccolto nel taccuino sotto il tag di “Lupercalia“.

Mirandola, 1467 – 1499

La città di Mirandola viene governata fin dal Trecento dalla dinastia dei Pico, i Conti della Concordia. In questi anni, vede regnare Galeotto I, fratello maggiore del più famoso Giovanni Pico della Mirandola (conosciuto per essere tra i più decisivi filosofi dell’epoca, caratterizzato dalla grande curiosità e apertura mentale).
Galeotto I muore il 7 aprile del 1499, serenamente scomunicato da Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia).
A comandare rimangono i suoi tre figli: Gian Francesco, Ludovico e Federico.

Mirandola, 1499 – 1509

Giovan Francesco II, figlio di Galeotto I. Autore ignoto.

Giovan Francesco II, figlio di Galeotto I. Autore ignoto.

Gian Francesco II è un nome importante in questa storia e lo sentiremo spesso. Per il momento, però, esce di scena abbastanza in fretta.
Lo si vede governare a Mirandola, infatti, dalla morte del padre, nel 1499 fino al 1502.
Viene infatti cacciato dai fratelli minori e si rifugia a Roma.
Dal 1502 al 1504 comandano insieme sul feudo entrambi i fratelli Ludovico e Federico. Questa loro comunione del seggio regale, tuttavia, non è destinata a regnare a lungo.
Nel 1504, infatti, Ludovico avvelena Federico. Secondo le cronache del tempo lo fa versando un bicchiere di veleno nel piatto di prosciutto e melone destinato al fratello.
Non pago del sangue versato, tenta di assassinare anche l’ultimo parente rimasto, il fratello Gian Francesco. Invia a Roma tre sicari, ma il tentativo di omicidio fallisce.
In ogni caso, Ludovico regna su Mirandola fino al 1509, insieme alla moglie. Si tratta della Contessa Francesca Trivulzio, originaria di Milano e congiunta del politico e condottiero Gian Giacomo Trivulzio, in questi anni impegnato nel nord Italia e oltralpe a guidare l’esercito sforzesco per gli alleati francesi contro gli Asburgo.

Le voci su Francesca Trivulzio che giungono dai documenti dell’epoca, la dipingono come una donna forte e volitiva, capace di governare da sola e di ostacolare i massimi esponenti della politica di quegli anni. La vedremo successivamente impegnata in una guerra per il mantenimento del potere sul feudo al fine di tramandare il titolo al figlio suo e di Ludovico, il giovane Galeotto.
Secondo altre fonti (documenti dispersi; altri che sono stati volutamente portati alla distruzione e di cui ci sono pervenuti solo frammenti, ottenuti grazie al secolare lavoro di ricerca dell’Ordine), su di lei si tratteggiano ombre inquietanti: chi dice fosse una strega, chi fosse affetta dal Male del Lupo, si concorda sul fatto che fosse in odore di dannazione già dalla tenera età. Ma porteremo più avanti altre osservazioni a questo proposito.

Francesca Trivulzio, moglie di Ludovico

Francesca Trivulzio, moglie di Ludovico

Ludovico lascerà a governare la moglie quando andrà a combattere contro i veneziani. Nella battaglia perderà la vita, nel 1509. La Contessa Francesca Trivulzio erediterà il feudo insieme al figlio Galeotto.

Anche in questo caso l’Ordine ha recuperato documenti che hanno subito una damnatio memoriae fin dal sedicesimo secolo. Se i documenti storici accertati ci confermano la morte di Ludovico nel 1509, un omonimo compare in frammenti a fatica recuperati.
Un Ludovico Trivulzio compare come sposo della Contessa Francesca anche in epoche posteriori alla data di morte e fa pensare che il Conte Ludovico non sia mai realmente morto, nonostante le fonti date per certe, o che ci sia stato in seguito al suo decesso uno scambio di persona in seguito occultato.

Mirandola, 1509 – 1513

A Mirandola resta padrona la Contessa Trivulzio.
Appoggiandosi alle alleanze della propria famiglia d’origine, Francesca si allea con i francesi.
Nei primi anni del Cinquecento, quindi, i francesi si stanziano a Mirandola, i cui quartieri occupati prendono il nome di Francia Corta.
I francesi si comportano da padroni sul suolo della Mirandola, stuprano le donne, rubano e sporcano. Il quartiere francese assume sempre più una fama di depravazione, un lupanare di prostitute, ladri e ladruncoli.
La Contessa accresce la sua fama oscura, prostituta tra le prostitute, lupa tra le lupe. Al suo fianco, Ludovico Trivulzio guida il suo esercito, insieme al di lei fratello Alessandro Trivulzio e al condottiero Andrea Birago.
“Quelli di Franciacorta” si diceva tra i mirandolesi “i gh’l ha cavavan parfin a rubar al gallini ai zigagn”.

Intanto a Roma diventava pontefice Giulio della Rovere, con il nome di Giulio II (pontificato dal 1503 al 1513). Ha in forte antipatia l’occupazione dei francesi e si schiera pertanto anche contro i mirandolesi che li ospitano, sebbene l’alleanza dei Trivulzio perduri da gran tempo.
Papa Giulio II crea la “Lega di Cambrai” con la quale marcia contro i veneziani nella battaglia del 1509, in cui Ludovico Trivulzio, secondo le fonti ufficiali, perderà la vita.
Prepara in seguito un esercito per attaccare Ferrara, preda dei francesi, e marcerà con l’ormai famosa frase: “Ferrara, corpo di Dio, ti avrò.”

È il 19 dicembre del 1510 quando le truppe romane del Papa, comandate da Francesco Maria della Rovere (nipote del Pontefice e Duca di Urbino) arriva sul territorio emiliano romagnolo insieme ai veneziani. La battaglia è cruenta, i danni alle città sono inestimabili.
Comincia il 20 dicembre quello che i mirandolesi ricordano come l’Assedio di Natale.
Mirandola non cade, difesa da Ludovico e Francesca Trivulzio. Sgomento da tale resistenza, Giulio II depone il nipote e giunge personalmente da Roma a condurre l’assedio.
Nel 1511, dopo un mese di assedio, Mirandola cede le armi.
I Trivulzio vengono deposti e il feudo è costretto a pagare agli assedianti ben 60 libbre d’oro.
Francesca continuerà la sua guerra per il feudo di Mirandola.

Mirandola, 1511 – 1533

Diventa padrone Gian Francesco, figlio di Galeotto I, che avevamo lasciato con l’ascesa al potere di Ludovico. Si riappropria del seggio di Mirandola con il nome di Gian Francesco II e regna nel rispetto del papato e della religione cattolica da fedele fervente fino al 1533. Anno in cui verrà ucciso da un gruppo di sicari, prezzolati da Galeotto, figlio di Ludovico e Francesca Trivulzio. Gli assassini si introducono nottetempo nella camera di Gian Francesco, trovandolo intento a pregare davanti al crocifisso. Insieme a lui uccideranno uno dei suoi figli e un consistente numero di servitori.

Nel 1513 viene eletto Papa Leone X (pontificato dal 1513 al 1521), un uomo duro e pronto al compromesso politico. Nel 1516 subisce un tentativo di avvelenamento, ma sopravvive; si allea con gli Asburgo vendendo loro indulgenze plenarie e ottenendo così un saldo rapporto politico. Alle indulgenze si oppone Lutero che nel 1517 emana i 95 enunciati.
Leone X si oppone a Lutero, scomunicandolo nel 1521. Inasprisce le pene contro gli eretici in generale, situazione che peggiorerà con Adriano VI, suo successore.
Nello stesso anno della condanna a Lutero, Leone X trova la morte: si sospetta un secondo tentativo di avvelenamento andato a buon fine all’interno della sua stessa cerchia di collaboratori.
Con la morte di Gian Francesco II Pico e gli accordi con Carlo V d’Asburgo, il Papa già dal 1520 abbandona l’alleanza con i francesi e impone le sue scelte su Mirandola.
Nel luglio del 1521, il comandante dell’esercito pontificio Prospero Colonna porta l’ultimatum ad Andrea Birago, luogotenente dei Trivulzio, con il quale il feudo della Concordia viene ceduto a Federico Gonzaga, marchese di Mantova e alleato di Leone X, affinché la mantenesse a nome di Galeotto.

Roghi delle Streghe - il "pogrom" di Mirandola

Roghi delle Streghe – il “pogrom” di Mirandola

Dal 1522 al 1523 ricopre il ruolo di Papa, Adriano IV. Prima di salire al soglio pontificio, nel 1516 venne nominato inquisitore e nel 1518 la sua carica viene elevata a quella di Generale dell’Inqusizione Riunita di Castiglia e Aragona.
Rimane Pontefice nel breve periodo che ancora viene ricordato a Mirandola come il più sanguinoso, durante il quale molte donne persero la vita nei roghi che le voleva condannate come streghe. Si contano almeno dieci roghi nella cittadella e molte più vittime. Il processo, tra i più crudeli sul suolo della penisola italica, viene ricordato per la sua virulenza come il “pogrom della Mirandola” e fu così impressionante da far esclamare ai popolani e allo stesso Ordine che assistevano alle esecuzioni: “non è giusto che codeste creature siano così crudelmente uccise”.

Mirandola, 1533 -1550

Subentra Galeotto II Pico, figlio di Ludovico e Francesca Trivulzio. Nonostante la fama di uomo feroce e sinistro, come la madre, regna per 17 anni senza l’ombra di un colpo di stato e morirà a Parigi nel 1550.

Molten Light – Chad VanGaalen

Su consiglio del Vampiro Sip, sempre vicino al nostro cuore.

They dumped her body into the molten light
Floated to the surface and it did not ignite
She rose up slowly and walked to the shore
She stood up on the bank and whispered
I’ll find you and I’ll kill you
I’ll find you and I’ll kill you
I’ll find you and I’ll kill you

They ran back into town and hid in the church
They explained their situation and they feared for the worst
The priest told the brothers that she could not be killed
She flew out of the stone cold ground and
She’ll find you and she’ll kill you
She’ll find you and she’ll kill you
She’ll find you and she’ll kill you

Oh oh oh oh…

There was a knock at that door that shook through their hearts
She blew it right open and put it apart
She shot a string of flame from the center of her chest
As she watched their bodies burn she whispered
I found you and I killed you
I found you and I killed you
I found you and I killed you

Chad VanGaalen